SIC Blog → David Foster Wallace

"C'è un autobus che va a Pomona?"

 

Dunque alla fine non c'era proprio niente da ridere. Anche se a ripensarci il più delle volte ero più divertito che ridanciano. Infatti: quel sentimento di gioconda olimpica meraviglia davanti al disastro che ho provato leggendo i suoi libri, non l'avevo mai provato non dico con altri libri, ma con nient'altro proprio.

È forse per questo genere di emozioni che ero così legato a lui. Al di là della bravura e della profondità, dell'arte insomma, gli ero riconoscente come quando ci si innamora la prima volta e oltre a tutto si è riconoscenti alla persona che si ama per averci permesso di provare quei sentimenti nuovi, per averci mostrato zone della nostra sensibilità che non conoscevamo. Dev'essere così, altrimenti non soffrirei per la sua morte.

Ma anche altro: cavalcava il drago. Credevo che fosse il drago della vita: terrificante per immensità, spietato nel giudizio per il numero di spire, nascosto per il vertiginoso potere di rifrazione delle sue squame; ma della vita. Lo cavalcava, e anche se a volte nel suo cavalcare sembrava confondersi con il drago stesso, era pur sempre un ipersensibile, ipersuscettibile cavaliere della realtà. Un tenero eroe.

Sembrava una tenue vittoria, e invece era (o: ma era anche) una parentesi tra i deliri dell'adolescenza e la sorda angoscia della maturità, una dilazione concessa dal drago della morte per una partita di tennis, gioco da lui estenuato di analisi, e che fra l'altro definì "scacchi in corsa".

La morte gli ha concesso questo ventennio di bonus per godersi lo spettacolo. So, con la vergogna di una coscienza che si scopre sporca nel momento in cui si accarezza con gli affetti più disinteressati, di aver partecipato a quello spettacolo. Ero in tribuna, un po' defilato, ma c'ero. Credevo di assistere a qualcosa di divertente, ma prendevo parte a un rito sacrificale. Assieme ai milioni di spettatori miei prossimi facevo la parte ammirata, interessata, riconoscente della morte che incombe.

E adesso la sola cosa che posso fare per non essere abietto, per non far finta di dimenticare ancora una volta che c'è chi muore per, e a causa di, uno sguardo, è cercare di trovare il modo giusto di morire anch'io per qualcun altro.

commenti

ritratto di giza

Non mi commuovevo dal

commento di giza, 16/09/08 - 09:07

Non mi commuovevo dal '72.

Come segnalato da vanni:

"La persona che ha una cosiddetta «depressione psicotica» e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette «per sfiducia» o per qualche altra convinzione astratta, tipo che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme.
Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme."

(da Infinite Jest)

Buona invisibile agonia della Cosa a tutti.

www.gizart.com - www.pornsaints.org

ritratto di ilpaura

Associo anche la mia

commento di ilpaura, 16/09/08 - 14:55

Associo anche la mia coscienza sporca al dolore generale

ritratto di Anonimo

rip

commento di Anonimo (non verificato), 16/09/08 - 15:18

:'''-(

ritratto di Ermes

Spazzato via dalla scopa del

commento di Ermes, 16/09/08 - 19:02

Spazzato via dalla scopa del sistema...RIP

ritratto di Anonimo

dieffevudabliu

commento di Anonimo (non verificato), 22/09/08 - 20:27

Gentili operatori, gentili addetti, gentili curatori,

vi inoltriamo in allegato il programma provvisorio di un evento di tre giorni
(28-29-30 ottobre) dal titolo "Caro Vecchio Neon" che animerà scrittori, artisti e operatori da tutta Italia invitati
a Firenze e legati all'opera dello scrittore americano David Foster Wallace, una delle punte massime
della letteratura contemporanea, recentemente scomparso.

Nasce dalla volontà di scrittori e operatori culturali fiorentini, in collaborazione con Feltrinelli Firenze e Tan-Gram, Melbookstore e Libreria La Cité, che stanno organizzando assieme questa tre giorni di ricordo, in cui si leggeranno testi, frammenti, si ascolteranno suoni, si vedranno video legati all'autore, oltre a presentare nuovi progetti e autori italiani, in una ideale linea di continuità.

Crediamo sia un progetto che possa dare un messaggio alle attività culturali della città, riconfigurandola in un network di luoghi privilegiati,
come librerie e spazi polifunzionali attenti al contemporaneo, realtà differenti ma legate dal comune interesse per la cultura,
in ottica volta ulteriormente al network nazionale.

Il programma, come detto provvisorio, si sta allargando e prevede la collaborazione di molti altri soggetti fiorentini e non.

(naturalmente con la partecipazione di GM&VS)